“Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo.”
Certe canzoni restano impresse nella memoria collettiva perché raccontano storie universali, fatte di sogni e di legami indissolubili. Lo stesso spirito sembra emergere dallo scatto condiviso da Marco Armellino, in cui lui e i suoi compagni—Chicco Patierno, Raffaele Russo, Michele D’Ausilio e Dimitrios Sounas—sorridono e si prendono in giro nello spogliatoio dell’Avellino. Non è un semplice momento di pausa, ma il ritratto di una squadra che ha capito un principio fondamentale del calcio: si vince insieme, prima fuori e poi dentro il campo.
L’Avellino è lì, secondo in classifica, a un solo punto dal Cerignola. La battaglia per la promozione è serrata, e ogni giornata può essere decisiva. Ma guardando questa foto, si percepisce una serenità, una voglia di ottenere quello che in tanti desiderano. Si respira quella complicità che cementa un gruppo, che trasforma la fatica in energia, la pressione in motivazione.
Perché vincere un campionato non è solo questione di schemi e moduli. Servono qualità, certo, ma soprattutto un’identità solida, uno spogliatoio compatto, la capacità di guardarsi negli occhi e sapere che l’uomo accanto a te darà tutto per la maglia. E in questo Avellino, questo spirito c’è.