Nell’unica rete subita dall’Avellino nelle quattro gare dell’era Biancolino c’è anche la firma di uno di quelli che alla vigilia facevano parte degli insospettabili. Arrivato come alternativa a Frascatore nel ruolo di braccetto sinistro, dopo un tira e molla con il Taranto, Patrick Enrici ci ha messo veramente pochissimo a prendersi la scena e di conseguenza il posto da titolare al fianco di Rigione, tenendosi dietro due difensori esperti come Benedetti e Cionek.
Classe 2001, Enrici è scuola Torino, con la quale ha assaporato anche la convocazione in massima serie nel 2020. Dopo il passaggio in Serie C prima alla Sambenedettese, poi al Lecco da protagonista, prima 32 presenze, poi 38 con la promozione in Serie B dei lombardi. Insomma, a 23 anni già un’ottima esperienza per il numero 56 biancoverde che dal suo arrivo all’Avellino è rimasto in panchina solamente con il Giugliano, dopo aver giocato la prima giornata col Taranto.
Poi 7 minuti col Giugliano, 5 col Cerignola, fino al posto da titolare a Cava de Tirreni per non lasciare più il campo, ma soprattutto, in sette partite con la maglia biancoverde senza sbavature e senza sbagliare una giocata. Enrici è uno dei segreti di questa rinascita irpina con Biancolino allenatore, sicuramente protetto da Rigione e Frascatore che ai suoi lati possono dargli qualche buona dritta. Piede mancino, aggressività, rapidità e fame, queste le caratteristiche che sta mettendo in mostra il difensore torinese e l’Avellino chiaramente ne giova, spazzando anche i dubbi sul cambio modulo dopo il passaggio al 4312.
Braccetto di sinistra o centrale di difesa poco importa, Enrici si dimostra una garanzia per la difesa dell’Avellino che dovrà migliorare ulteriormente e diventare ancora più granitica.