La comunicazione dell’osservatorio di Montevergine.
Come ampiamente previsto, l’accensione dei fuochi pirotecnici ha determinato un ulteriore peggioramento della qualità dell’aria nella Valle del Sabato e nelle aree adiacenti, aggravando un quadro già di per sè molto critico a causa del contesto meteorologico e degli smodati e scriteriati abbruciamenti di sterpaglie e residui vegetali.
Dal tracciato del sensore della rete “AURA – Protegge il nostro respiro” operativo ad Avellino (via de Conciliis), emergono picchi di PM10, dopo la mezzanotte odierna, fino a 500-600 microgrammi su metro cubo, valori questi straordinariamente al di sopra dei limiti tollerabili per la salute umana. La quantità abnorme di particelle microscopiche legate ai fuochi d’artificio, peraltro, ha favorito la formazione di insidiosissimi banchi di nebbia, che nella notte hanno provocato non pochi disagi ed incidenti nel tratto della autostrada A16 che attraversa la pianura campana. Due persone sono purtroppo decedute.
Le polveri sottili, infatti, fungono da nuclei di condensazione per le particelle di vapore acqueo in sospensione nell’aria e, qualora le condizioni lo consentano, possono favorire la formazione di veri e propri banchi nuvolosi (costituite, ahinoi, da goccioline d’acqua “sporche”).
Le immagini riprese dalle webcam operative nelle aree montuose irpine ben testimoniano quanto avvenuto. Sì noti la netta separazione tra il cosiddetto “nocturnal stable layer”, uno strato che dal suolo di estende verso l’alto per qualche centinaia di metri in cui l’aria è prossima alla saturazione, molto fredda ed estremamente inquinata, ed il cosiddetto “residual layer”, uno strato spesso anch’esso qualche centinaia di metri, caratterizzato da un profilo di temperatura relativamente omogeneo e da aria più pulita.




