L’opposizione di centrodestra e la consigliera Muscarà del Gruppo Misto hanno presentato mozione di sfiducia nei confronti del Presidente De Luca, muovendo dal presupposto che il veto sul terzo mandato del Nazareno andrebbe interpretato come un atto di sfiducia. Un’iniziativa lunare e inutile che mette in luce l’incapacità del centrodestra di mettere in campo una iniziativa politica, di andare oltre il gioco di rimessa
L’opposizione di centrodestra in Consiglio regionale, incrociando anche l’adesione della consigliera Muscarà del gruppo Misto, ha presentato una mozione di sfiducia contro De Luca. Un’iniziativa inutile sotto ogni punto di vista che ci restituisce la plastica rappresentazione di un centrodestra impotente, incapace di assumere qualsiasi iniziativa politica fuori dal Palazzo, di mettere in campo qualsiasi ipotesi di alternativa per il governo della Regione, di coltivare altra ambizione se non quella di una vittoria per inerzia, determinata dalla spaccatura del centrosinistra. Da questo punto di vista la mozione di sfiducia presentata suona come una confessione, perché i consiglieri di centrodestra muovono dal presupposto, fondato sul nulla, che le dichiarazioni di molti alti dirigenti democratici, nazionali e regionali, andrebbero interpretate come un atto di sfiducia nei confronti di De Luca, ragione per la quale sarebbe necessaria una verifica urgente in aula. Tanto si legge, in buona sintesi, nel testo della mozione. Il punto è che i dirigenti nazionali del Partito democratico contestano a De Luca la pretesa di correre per il terzo mandato ma non hanno mai preso le distanze dall’operato del governatore al punto che la stessa Elly Schlein ha più volte affermato che la polemica sul terzo mandato ha oscurato anche i buoni risultati ottenuti in questi anni da Palazzo Santa Lucia. Insomma, il punto è tutto politico e di prospettiva, nulla a che fare con il giudizio sull’operato di De Luca, nulla a che fare con l’operato dei consiglieri regionali in carica. Il punto è che il centrodestra l’alternativa dovrebbe costruirla sui territori e sul piano della proposta, non certo speculando sulle dinamiche interne al Pd e al centrosinistra, non certo giocando di rimessa confidando nell’implosione del centrosinistra.