La partita per l’elezione dei nuovi vertici delle commissioni consiliari al Comune di Avellino ha determinato, contestualmente, la spaccatura della maggioranza e delle opposizioni. Se la sinistra ha giocato di sponda con gli uomini dell’ex sindaco Festa, il Pd ha fatto asse con gli uomini della sindaca Nargi. Sullo sfondo restano, impotenti, i cittadini
La partita per l’elezione dei nuovi vertici delle commissioni consiliari al Comune di Avellino ci restituisce l’esatta misura della distanza siderale che separa il Palazzo e la città reale. Per un verso abbiamo assistito al tacito accordo in commissione bilancio sul nome del consigliere Bellizzi, eletto nella lista della sinistra, indicato da Gengaro in alternativa al consigliere Pd Nicola Giordano, che ha trovato il sostengo della consigliera Cucciniello, riferimento del gruppo Viva la Libertà riconducibile, come noto, all’ex sindaco Festa. Il blitz è fallito per merito o per colpa, dipende dai punti di vista, di Rino Genovese, candidato alla fascia tricolore per il Patto Civico, che ha votato Giordano determinando un pareggio che ha premiato il consigliere più anziano. A stretto giro, tramite una nota stampa, Gengaro ha formalmente rinunciato al ruolo di capo delle opposizioni, ha rivendicato il tentativo di far passare il nome di Bellizzi, ha puntato il dito contro i riferimenti del suo partito, a suo dire indisponibili a riconoscere agli alleati pari dignità, infine ha chiarito che continuerà la sua battaglia nel partito nel nome di Elly Schlein e che mai e poi mai asseconderà inciuci con la sindaca Nargi e il suo alleato Festa. Il punto è che con Festa l’inciucio aveva provato a farlo lui ma le cose non sono andate per il verso giusto. Per altro verso abbiamo assistito alla sostanziale implosione della maggioranza sul voto per la presidenza delle Commissioni cultura e urbanistica. Il Consigliere Nittoli per la prima, il consigliere Liberale per la seconda. Entrambi riconducibili al gruppo Siamo Avellino, diretta espressione della sindaca, a cui si sono opposti i consiglieri De Simone e Preziosi, entrambi eletti per nome e per conto di Gianluca Festa. Le opposizioni, rispetto a questa spaccatura, hanno premiato i nomi della sindaca, Nittoli e Liberale, giocando banalmente di rimessa. Il dato politico che emerge è chiaro, è evidente la spaccatura sostanziale tra il blocco Festa e il blocco Nargi. Una spaccatura che là resta, al di là delle dichiarazioni più o meno rassicuranti del giorno dopo, una spaccatura persino prevedibile, visto l’attivismo dell’ex sindaco che ha la necessità di riaffermare la propria egemonia su Palazzo di città e l’ovvia resistenza di Nargi, che non vuole e non può farsi commissariare. Dunque si è spaccata la maggioranza e si è spaccata l’opposizione. Un gioco di sponda incomprensibile e per certi versi perverso, che ha visto Gengaro trovare sponda in Festa, e Nargi trovare sponda nel Pd di Pizza e Petracca. Tutto si è consumato nel Palazzo, anni luce di distanza dalla città in carne ed ossa che non capisce, che non può capire, che cerca ancora pace e risposte.