La Via Appia, Regina Viarum, è stata oggi riconosciuta tra i siti Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e con lei anche alcuni suoi importanti settori di Irpinia. In particolare, il tracciato disegnato dai resti del ponte romano sul fiume Calore fino ai comuni di Venticano (AV) e poi Mirabella Eclano (AV) con il Parco archeologico di Aeclanum ed il percorso sulla successiva Appia Traiana in direzione di Aequum Tuticum, nell’attuale territorio comunale di Ariano Irpino (AV).
I settori della Via Appia che il Ministero della Cultura ha presentato alla candidatura della 46esima World Heritage Committee, in corso a Nuova Delhi, peraltro, da un lato non coprono il suo intero sviluppo antico avviato il 312 a.C. da Roma e concluso intorno al 190 a.C. a Brindisi e dall’altro vedono l’inclusione della via Traiana che però solo tre secoli dopo, nel 110 d. C., avrebbe collegato la città pugliese alla Campania dopo aver attraversato territori più costieri.
Dopo un primo tracciato in Valle Caudina, con Rotondi (AV), San Martino Valle Caudina (AV) e Roccabascerana (AV), l’intero percorso irpino fino ai confini con la Puglia è per una lunghezza stimabile in almeno 80 km. Quelli necessari per superare i territori degli attuali comuni di Vendicano (AV), Mirabella Eclano (AV), Grottaminarda (AV), Fontanarosa (AV), Gesualdo (AV), Frigento (AV), Rocca San Felice (AV), Guardia Lombardi (AV), Bisaccia (AV), Lacedonia (AV).
La stratificazione di opere succedutesi nel tempo e le vicende anche drammatiche vissute nell’area, come la distruzione e la ricostruzione seguita ai terremoti o le devastazioni belliche anche del secolo scorso, hanno scandito stravolgimenti inevitabili negli oltre due millenni seguiti alla costruzione del primo asse viario della storia.
I segmenti candidati e riconosciuti dall’Unesco fissano però una direttrice lungo la quale Roma ha proiettato il suo Impero fino ad Oriente, attraversando nella metà del suo tragitto peninsulare proprio l’Irpinia. La Via Appia Regina Viarum affronta qui i suoi settori più affascinanti. Dove toccare altitudini oltre i 900 metri, affrontare i più ripidi e temerari salti altimetrici, valicare la dorsale appenninica ed il tutto regalando straordinari panorami dominanti. Visioni, queste, definite “aeronautiche” da Paolo Rumiz, lo scrittore e viaggiatore che con il suo libro “Appia”, scritto nel viaggio a piedi sulla storica lunghezza da Roma e Brindisi, ha sollecitato il Ministero della Cultura alla candidatura Unesco.
Attraverso quella stessa linea di percorrenza da Nord Ovest a Sud Est, la Via Appia – Regina Viarum, la provincia di Avellino ha espresso anche la sua anima motoristica, con gli insediamenti industriali del distretto automotive ed il disegno dei tracciati sportivi che hanno ospitato alcuni dei principali eventi sportivi, i Rally d’Irpinia innanzitutto.
Salvatore Tarantino, fondatore del collettivo Facebook Automobilismo Irpino.
“È una notizia di straordinaria importanza anche per i tanti appassionati di motori della provincia di Avellino. Le nostre strade, con il loro disegno appenninico, sono da sempre percorsi ideali per le migliaia di amanti delle auto storiche, non solo italiani. Con il riconoscimento della Via Appia Patrimonio Unesco l’attrattività dell’Irpinia in termini di turismo motoristico può perciò solo fortificarsi. Che il ministero abbia candidato solo alcuni segmenti non rileva. Il senso del riconoscimento a Patrimonio Mondiale è quale Bene Culturale. In quanto tale, detiene soprattutto una identità intangibile, altrettanto accertata storicamente ed espressa in popoli e luoghi, ben più estesi della linea tracciata dalla via di comunicazione. Non solo perciò il basolato del mondo antico, ma anche una traccia di orientamento nel tempo e nel territorio. Con questa si possono esplorare paesaggi straordinari, culture millenarie e patrimoni storici di una regione, l’Irpinia, che ha bellezza ed identità assolute e tali da connotare indelebilmente l’intera strada voluta nell’antica Roma ed oggi premiata a Patrimonio Mondiale”.
Il consigliere regionale di “Moderati e Riformisti” ringrazia il Ministro Sangiuliano
Petitto: “Via Appia-Regina Viarum Patrimonio Mondiale Unesco, opportunità storica per l’Irpinia”
“La ‘Via Appia-Regina Viarum’ entra nella lista del Patrimonio Mondiale, diventando così il 60esimo sito italiano riconosciuto dall’Unesco.
Un traguardo storico frutto di un lungo lavoro, di una interlocuzione costante con il Ministro alla Cultura, Gennaro Sangiuliano , fino alla decisione del Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito a Nuova Delhi, del riconoscimento ad un Monumento dell’ingegneria stradale”.
Così il consigliere regionale Livio Petitto, capogruppo in Campania di “Moderati e Riformisti”, nell’esprime soddisfazione per la notizia comunicata dal Ministro alla Cultura e già anticipata per le vie brevi nei giorni scorsi.
“Questa storica via- prosegue Petitto– una delle prime e più importanti strade romane, rappresenta non solo un collegamento fisico tra le città ma anche un simbolo di unità culturale e storica per l’Italia e per il mondo intero.
Un’opportunità importante per la Campania e l’Irpinia per creare un indotto turistico, economico e culturale. La Regina Viarum unisce territori ricchi di uno straordinario patrimonio storico, archeologico e naturalistico e ha le caratteristiche per divenire uno dei più grandi cammini europei.
Dopo un anno di duro lavoro, ora attraverso la sinergia tra Governo, Regione ed Enti locali interessati, possiamo riprogrammare investimenti e progetti da collegare all’offerta culturale del sito diventato patrimonio Unesco, straordinario volano per l’economia delle aree interne”.
L’onorevole Petitto, nel ringraziare il Ministro Sangiuliano per aver mantenuto gli impegni assunti, rilancia anche la sfida per completare l’iter amministrativo già in itinere per candidare i siti archeologici della provincia di Avellino a diventare di interesse culturale nazionale. “Sono certo che raggiungeremo anche questo traguardo- conclude il capogruppo di Moderati e Riformisti- considerata l’attenzione che ancora una volta il Ministro ha mostrato verso il nostro territorio e le sue straordinarie ricchezze”.