La liberazione dell’ex sindaco apre nuovi possibili scenari politici: la tentazione di riprendersi la leadership, finirebbe inevitabilmente per confliggere con Laura Nargi. Delle due l’una: o commissaria la sindaca o non ci sarà verso di scongiurare la rottura
Tornato in libertà, l’ex sindaco di Avellino, Gianluca Festa, non esiterà a riaffermare il proprio ruolo politico, ad esercitare la propria leadership sulla maggioranza consiliare che sostiene la sindaca Laura Nargi, che di Festa è stata vice per cinque anni, indagata per concorso in associazione nell’ambito dell’inchiesta Dolce Vita. Non è passata inosservata la freddezza con la quale la sindaca ha commentato la pronunzia della Cassazione ma al di là di ogni considerazione, in politica, si sa, contano i fatti. E allora delle due l’una: o Festa, con o senza un incarico in giunta, tornerà ad imporre la propria leadership su Palazzo di città, vestendo i panni del sindaco ombra, del padre nobile e del regista, commissariando di fatto Nargi, oppure sarà inevitabile, seppur sul lungo periodo, l’implosione di una maggioranza che non è composta esclusivamente dai consiglieri riconducibili all’ex sindaco, ma anche da consiglieri riconducibili alla sindaca e al patto civico di Rino Genovese, alcuni dei quali hanno già segnalato dissenso nei confronti dell’amministrazione. E in questa prospettiva trova senso anche l’atteggiamento morbido di buona parte delle opposizioni, in primo luogo dei consiglieri democratici, pronti ad approfittare di una eventuale spaccatura tra Nargi e Festa. D’altro canto, come si ricorderà, in campagna elettorale la sindaca ha più volte ribadito di essere una donna di centrosinistra. Prepariamo i pop corn.