Dopo cinque mesi la sindaca e l’ex primo cittadino si sono ritrovati in pubblico, un saluto fugace e poi ognuno per conto suo. Un passo a due segnato da una evidente freddezza, che dice molto ma non ci dice tutto. Mentre la città attende risposte
Dopo cinque mesi Laura Nargi e Gianluca Festa si sono ritrovati in pubblico, in occasione della presentazione, al Paladelmauro, della stagione dell’Avellino Basket, fino a pochi mesi fa DelFes, pronta per il campionato di A2. Ad otto giorni di distanza dalla pronunzia della Cassazione che ha restituito la libertà all’ex fascia tricolore.
L’incontro è avvenuto all’ingresso del palazzetto, giusto il tempo per un saluto e per qualche fugace battuta. Poi ognuno ha preso la sua strada. Entrambi hanno preso posto in tribuna, nella medesima fila, divisi dall’ex consigliere comunale Dino Preziosi.
All’intervento della sindaca Festa è rimasto lì, impassibile. Un passo a due segnato da una evidente freddezza, che ci dice molto ma non ci dice tutto.
Festa è tornato in libertà, e persino a prescindere dalle motivazioni che hanno spinto i giudici della Suprema Corte a disporre l’annullamento senza rinvio delle ordinanze a suo carico, persino a prescindere dall’eventuale processo che dovrà affrontare, coltiva la legittima ambizione di tornare al centro dell’agone politico cittadino, forte di un consenso che non è mai stato in discussione. Anzi, a dirla tutta già è tornato. La sindaca, indagata con Festa per concorso in associazione, è giustamente indisponibile a farsi commissariare, vuole difendere la fascia tricolore, vuole difendere la propria prospettiva politica ed istituzionale che inevitabilmente verrebbe meno nel momento in cui dovesse accettare il commissariamento di fatto da parte del suo ex sindaco, per nome e per conto del quale è stata eletta non più tardi di tre mesi fa.
Nargi è sindaca perché Festa è stato messo fuori gioco dalla Procura. È sindaca perché è stata candidata da Festa e questo è un fatto. Dopo di che sarebbe sbagliato non riconoscere a Nargi uno spazio di autonomia, sarebbe sbagliato chiudere gli occhi dinanzi al fatto che un pezzo non residuale di questa maggioranza è più suo che di Festa, sarebbe sbagliato non considerare la possibilità, per la sindaca, di ricercare nuove collocazioni, magari volgendo lo sguardo a via Tagliamento. Allo stesso tempo, l’evidenza dei numeri ci dice che Festa sarebbe nelle condizioni di staccare la spina anche domani mattina, e la logica, dettata dall’esperienza, suggerisce che molto difficilmente l’ex sindaco potrebbe accettare di restare in panchina ancora a lungo.
Ma esiste la politica, che restituisce sempre una terza via, che lascia sempre margini ad una soluzione. Magari, chissà, passando per una sintesi transitoria sulla città, in attesa dei prossimi appuntamenti elettorali che potrebbero restituire nuovi spazi. Una partita difficile da interpretare, dall’esito tutt’altro che scontato, il cui peso, questo il vero punto, non può e non deve essere scaricato sulle spalle di una comunità che soffoca tra le emergenze e che chiede risposte.