Secondo l’ultimo report della Fondazione sul Sistema sanitario nazionale in Campania si conta il minor numero di medici ed infermieri rispetto ai residenti, mentre il 6 per cento delle famiglie ha rinunciato alle cure. Drammatici anche i dati sulla migrazione sanitaria e sull’attuazione del Pnrr
Il settimo rapporto di Fondazione Gimbe sul Servizio sanitario nazionale ci restituisce una istantanea impietosa e drammatica dello stato di salute della sanità campana. La nostra è la regione nella quale si conta il minor numero di medici ed infermieri rispetto ai residenti. Ci sono infatti 1,8 medici ogni mille abitanti, mentre la media nazionale è 2,11, mentre si contano 3,8 infermieri ogni mille abitanti poco più della metà di quanti se ne contano in Liguria ed Emilia Romagna. Va persino peggio per quanto concerne i medici di base. Di qui al 2026, anno in cui dovrebbe andare a pieno regime la nuova assistenza territoriale prevista dal Pnrr, la Campania subirà una riduzione che non ha pari nel resto d’Italia, perdendo 384 medici di famiglia. Devastante il dato sulle persone che rinunciano alle cure per motivi economici, un trend in crescita in tutto il Paese. Ma se sul piano nazionale si registra un incremento dello 0,6 per cento dal 2022 al 2023, in Campania si registra un incremento doppio. Nel 2022 la percentuale di chi rinunciava alle cure per motivi economici era del 4,7 per cento nel 2023 si sale al 5,9 per cento, con un balzo di 1,2 punti. Un dato drammatico perché la rinuncia alle cure ha un inevitabile effetto sulla salute dei cittadini e non a caso la Campania è la regione d’Italia con l’età media più bassa che si attesta a 81, 4 anni, 3,2 anni in meno di quella della provincia autonoma di Tento che guida la classifica e 1,7 in meno rispetto alla media nazionale. Venendo ai cosiddetti migranti sanitari, ovvero ai cittadini che cercano nelle regioni del Nord cure migliori, tra il 2012 e il 2021, secondo la Corte dei Conti, sono 14 le regioni che hanno accumulato un saldo negativo pari complessivamente a 14,56 miliardi di euro. La Campania guida la classifica con un saldo negativo di 2,77 miliardi di euro e risulta tra le ultime anche nel monitoraggio sui Livelli essenziali di assistenza che misura l’adeguatezza dei servizi sia sul piano della prevenzione che ospedaliero. Infine, venendo al Pnrr, il rapporto Gimbe evidenzia che in Campania gran parte delle case di comunità, centrali operative territoriali e ospedali di comunità sono ancora al palo, nel senso che esistono solo sulla carta. Delle 17e case di comunità e delle 65 centrali operative territoriali non ne è stata attivata nessuna, mentre solo un ospedale di comunità sui 48 previsti è operativo.