E’ cominciata ieri l’era Pazienza. Il nuovo tecnico biancoverde si è presentato a stampa e tifosi nel suo primo giorno da allenatore dell’Avellino. Un primo allenamento sotto gli occhi di un centinaio di tifosi irpini per cominciare a conoscere i suoi giocatori nel dettaglio e dare una prima impronta personale al gruppo. E’ stato chiaro nelle sue parole, gestione degli esperti, a cui chiederà un qualcosa di più nello spogliatoio. E poi sembra esserci già una certezza, ovvero il modulo, che non sarà il 4312.
Sistema di gioco che per le idee di Michele Pazienza al momento l’Avellino non può sostenere per una mancanza di lucidità fisica. Bisognerà cominciare dalle certezze, come in ogni subentro, rimettere le cose a posto dal punto di vista mentale e tattico. Pian piano cercherà di metterci sempre più del suo, ma ora l’Avellino ha bisogno di vincere la prima partita domenica contro il Foggia davanti ad un pubblico numeroso, per voglia e curiosità. Attesi infatti nuovamente i circa 7mila del primo match contro il Latina ad incitare i lupi. Ieri nella prima seduta il neoallenatore biancoverde ha provato due moduli. Il classico 3-5-2 utilizzato anche l’anno scorso a Cerignola, con una difesa inedita composta da Ricciardi, Casarini e Mulè, date le assenze di Cionek e Falbo.
A centrocampo Sannipoli esterno di destra a sinistra il giovane Tozaj e nel mezzo Armellino, Palmiero e D’Angelo. Davanti la coppia Marconi-Gori. Dall’altra parte nel 4231 a carte mischiate una difesa composta da Cancellotti, Rigione, Benedetti e Tito. Dall’Oglio e Pezzella davanti alla difesa, un tridente con Varela, D’Amico e Sgarbi dietro all’unica punta Patierno. Fase di studio per Pazienza, ieri un primo approccio con la piazza e la squadra. Oggi allenamento a porte chiuse, con tre giorni a disposizione per inserire qualche idea nei meccanismi di gioco. Avellino è fiduciosa, ma servono subito i tre punti, per il gioco ci sarà tempo.