4 anni possono sembrare pochi, o magari tanti, dipende dall’intensità con cui li vivi, da tanti fattori dai quali possono essere condizionati, dagli stati d’animo. Dalle gioie, le soddisfazioni, ma anche i dolori e le delusioni. 4 anni però sembrano volati, da quel 29 febbraio 2020, data storica per la famiglia D’Agostino che acquista l’Us Avellino realizzando così il sogno del presidente Angelo Antonio. Un sogno che non aveva mai tenuto nascosto quando negli anni addietro aveva già fattivamente collaborato coi colori biancoverdi offrendo il proprio supporto come sponsor prima con Metaedilcom diventato poi Sienergia.
Una fede innata, tanta voglia di riportare l’Avellino dove merita con un primo anno da incorniciare, tutto stupendo nonostante le difficoltà Covid, sino alla semifinale playoff persa contro il Padova. E da qui, la conoscenza della prima “tristezza” calcistica. Ma si sa, nello sport più amato d’Italia non vi è una scienza esatta.
Provare e riprovare, non mollare e agire con determinazione può fare la differenza. Doti e caratteristiche del presidente D’Agostino e della sua famiglia, nonché di tutto il gruppo lo portano negli anni successivi a continuare ad investire, a cambiare gestione tecnica, a fidarsi ed affidarsi. Anche in questo caso il calcio dà e toglie, non sempre i risultati possono essere positivi. E poi gli applausi, ma anche la contestazione, feroce, della passata stagione quando l’Avellino chiude 14esimo. Immaginare l’amarezza, la rabbia dei tifosi non è poi così difficile.
Ma chissà se qualcuno mai si sia soffermato a pensare quanto possa essere significativa la rabbia e l’amarezza non solo del tifoso Angelo Antonio ma del presidente D’Agostino dopo aver investito e anche tanto. Quest’anno gli investimenti sono stati ancora significativi, segno tangibile della voglia, della forza e della fermezza di voler riportare i lupi dove meritano. Mai arrendersi, questo è il diktat, al di là dei risultati sportivi.
L’Avellino ha riacquisito con calma e lavoro l’appeal di un tempo, oggetto del desiderio di direttori, allenatori e calciatori. Avellino è tornata quella grande piazza che non può restare in Serie C. D’Agostino lo sa e lavora per questo da 4 lunghi anni.