La scomparsa, a 75 anni, di Amleto Tino, fine insegnante e politico sui generis, raccoglie il sentimento diffuso di solidarietà e affetto della comunità di Avellino. Proveniente da una famiglia antifascista e di rango nazionale, quella dei Tino e dei Maccanico, come molti giovani avellinesi, era cresciuto nel laboratorio della Chiesa di San Ciro con don Michele Grella negli anni della contestazione giovanile. Gli venne offerta la segreteria provinciale della Democrazia Cristiana, nomina che rifiutò perché non sarebbe passata da una elezione congressuale. Con il tempo, le distanze dal gruppo dirigente guidato da Ciriaco De Mita, che lo aveva in grande considerazione, si allargarono. Amleto sostenne la minoranza guidata da Gerardo Bianco e poi sostenne la candidatura e le scelte politiche di Gianfranco Rotondi. Concluso l’impegno politico diretto, riprese a camminare, come ricorda Rotondi rendendogli omaggio, nel sentiero di una sinistra più romantica che politica, tornando così sul sagrato e nelle stanze di San Ciro. I funerali si svolgeranno domani alle 16:30 presso la chiesa di Torrette di Mercogliano. L’editore e le redazioni di Telenostra e Primativvu, ricordandolo con affetto, esprimono sincero cordoglio alla moglie Anna Giardullo e ai figli Daniele e Francesca.