C’era bisogno di una serata così. L’Avellino elimina le scorie della sconfitta di Messina con una prova magistrale contro il Potenza. I lupi di mister Pazienza in piena emergenza, con sette uomini indisponibili, con Cancellotti e Armellino adattati nei tre di difesa, scendono in campo con rabbia, cattiveria e soprattutto cinismo. Ritmo infernale dei biancoverdi che sin dall’inizio non hanno lasciato scampo ad un Potenza abbastanza indecifrabile, con una scelta, quella di mister Colombo, discutibile, ovvero il tridentone pesante con Asencio, Caturano e Gagliano. Il più bell’Avellino della stagione, per intensità, voglia di ammazzare la partita sin da subito e abnegazione.
Ed è quello che riescono a fare gli irpini. Gori, che sostituisce l’infortunato Patierno, si fa trovare prontissimo all’appuntamento aprendo le danze con un bellissimo tacco al volo con il destro su assist di Varela. E’ il preludio ad una serata magica, di come non se ne vedevano da tempo. Sgarbi e Gori sono indemoniati, Ricciardi sulla destra è un treno, capitan Tito sembra tornato quello di un tempo e Casarini è il direttore di una orchestra che suona una sinfonia dolcissima. Palmiero mezz’ala è una intuizione intelligente di mister Pazienza, per qualità e quantità dell’ex Pescara. Insomma, tutto troppo bello nella serata di ieri, con Cancellotti e Armellino che sembravano difensori nati e Mulè pulito e arcigno.
Il raddoppio arriva ancora con Gori, con Sgarbi che mette una palla tesa dalla sinistra e la girata mancina del bomber biancoverde si spegne sul palo lontano. Il Potenza accorcia le distanze con Caturano, servito da Sbraga su calcio piazzato. Un peccato subire quel gol. Ma Lorenzo Sgarbi è una delizia per gli occhi dei tifosi dell’Avellino, dopo l’assist per il compagno trova la rete del 3-1 con un destro di prima intenzione, servito al bacio da Ricciardi. E poi si procura un calcio di rigore che realizza con freddezza. Gori, Gori, Sgarbi, Sgarbi. 3 gol per l’ex Reggina, 4 per la punta scuola Napoli compresa la coppa Italia. 6 le partite della gestione Pazienza: 4 le vittorie, un pareggio, una sconfitta immeritata a Messina.
12 gol fatti, 2 subiti entrambi su calcio piazzato e una condizione psicofisica in netta crescita. E’ tutto qui il cammino dei lupi con il nuovo tecnico. Umiltà ed esaltazione dei singoli. Ogni cosa al suo posto. E se la condizione atletica cresce la sensazione è che questo Avellino farà divertire ancora un po’.