Analizzando le liste provincia per provincia emerge un divario netto tra le due principali coalizioni. Fico gode del sostegno di una vera corazzata, Cirielli non può dire lo stesso e dovrà provare in ogni modo a screditare il suo avversario, che invece dovrà puntare a rassicurare i suoi, a tenere i ranghi del suo formidabile esercito ben serrati fino al traguardo
Otto liste per Fico, otto liste per Cirielli. In Campania, all’apparenza, centrosinistra e centrodestra partono ad armi pari, ma solo all’apparenza.
Perché basta scorrere i nomi dei candidati lista per lista e provincia per provincia, per verificare come la coalizione a sostegno di Fico parte con tutti i vantaggi dei pronostici in una contesa che, purtroppo, mobiliterà forse la metà del corpo elettorale, dunque, sostanzialmente, il cosiddetto voto strutturato, gli apparati.
Le regionali, da sempre, le vince la coalizione con le liste più forti, a prescindere dai profili dei candidati apicali, perché la differenza la fanno i candidati sui territori. Che chiedono il voto per se stessi e subordinano il patto elettorale alla possibilità di incidere sul Presidente e sulla giunta.
Fatta salva la provincia di Caserta, dove il centrodestra ha recuperato riferimenti di grande peso come Zannini e Caputo, nel resto della regione i rapporti di forza premiano il centrosinistra. Dunque Cirielli dovrà provare a recuperare sfidando apertamente Fico, la cui priorità, invece, sarà quella di rassicurare il suo esercito per scongiurare diserzioni e disimpegno.
Il primo dovrà provare a recuperare tutta l’opinione possibile e a delegittimare il suo avversario agli occhi degli apparati che lo sostengono, il secondo dovrà invece fare di tutto per motivare i suoi formidabili portatori di voti, per serrare i ranghi fino al traguardo.
Il primo dovrà giocare all’attacco, il secondo non potrà giocare solo di rimessa.





