(Comunicato stampa) “I lavoratori forestali servono al territorio e le risorse
economiche per la loro stabilizzazione ci sono, eppure gli enti si vedono costretti ad assumere
avventizi creando nuova precarietà: questo è il paradosso cui stiamo assistendo in Campania a
causa del decennale blocco del turnover, che non ha più motivo di esistere se vogliamo davvero
mettere in sicurezza i boschi e salvaguardare l’ambiente e le comunità da nuovi disastri legati a
incendi e dissesto idrogeologico”.
Così la Segretaria nazionale della Fai-Cisl Raffaella Buonaguro e il Segretario Generale della
Fai-Cisl Campania Bruno Ferraro denunciano la mancata stabilizzazione di circa 1350 operai
idraulico forestali assunti da vent’anni come stagionali.
“Paradossalmente – affermano i due sindacalisti – mai come oggi ci sono state le condizioni
favorevoli al rilancio del comparto forestale in Campania, grazie anche alla determina che ha
reso applicabile il Contratto integrativo regionale del settore, conquistato da Fai, Flai e Uila, con
cui rimettiamo nelle tasche dei lavoratori e delle lavoratrici un aumento contrattuale del 7% e
una serie di prestazioni migliorate, e a questo si aggiunge l’atteso documento di programmazione
finanziaria della Regione che dovrebbe garantire le coperture idonee per la forestazione. Si tratta
evidentemente di opportunità che vanno colte per creare lavoro di qualità e investire seriamente
sulla prevenzione degli incendi e la tutela delle montagne”.
“Auspichiamo davvero – concludono Buonaguro e Ferraro – che la convocazione del tavolo
prevista per lunedì 16 sia l’occasione per garantire la meritata stabilizzazione dei lavoratori dal
2024, con assunzioni peraltro oggi molto meno costose che in passato e favorite dai fondi FESR,
altrimenti ci vediamo costretti a rilanciare unitariamente la vertenza, a cominciare dallo sciopero
del comparto previsto per il 18 ottobre: chiediamo al Presidente De Luca di superare lo stallo e
farsi portavoce di una vera transizione ecologica, che investa sul lavoro idraulico forestale per
trasformare la tutela ambientale in opportunità di lavoro, crescita sostenibile, qualità della vita,
in un territorio che ha già pagato fin troppo, anche in termini di vite umane, i disastri causati dalla
mancata prevenzione ambientale”.
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