È arrivata la decisione del giudice sportivo riguardante i fatti avvenuti durante la gara tra Avellino e Benevento giocata lunedì sera e vinta dai lupi 1-0. Solo un’ammenda da 3500 euro per la formazione giallorossa, punita per il comportamento tenuto dai propri tifosi per il il fitto lancio di torce, fumogeni e petardi.
Multa anche per l’Avellino del patron D’Agostino, che aggiunge al lungo elenco di calciatori diffidati anche Sgarbi e Cancellotti. In vista di Taranto-Avellino, in programma domenica alle ore 20.00, Capuano dovrà fare a meno dello squalificato Riggio.
Tornando però alla decisione inziale, molti tifosi hanno notato una disparità di trattamento rispetto a quanto riservato ai tifosi dell’Avellino per i fatti avvenuti nella gara di andata.
I tifosi sanniti, secondo il giudice sportivo, hanno lanciato 30 petardi, 25 fumogeni, causato la sospensione della partita per 3 minuti (anche qualcosina in più aggiungeremo noi) e hanno esposto uno striscione discriminatorio, sempre stando a quanto appurato dalla procura federale. Non entriamo nel merito dello striscione, il calcio è bello anche per gli sfottò tra le tifoserie. Il punto sostanziale della vicenda sta nella disparità di trattamento ricevuto. I tifosi dell’Avellino, nella gara di andata giocata al Ciro vigorito, si resero protagonisti del lancio di 19 petardi, 23 fumogeni, l’esibizione di uno striscione e la sospensione della gara per 10 minuti.
Sicuramente una differenza c’è, ovvero il tempo perso prima che si potesse tornare a giocare, ma la fattispecie del reato è la stessa e ancora non si commprendere come mai questa disparità di trattamento. Basti pensare che l’Avellino, giocò la gara contro la Juve Stabia senza la presenza della Curva Sud, con il settore chiuso proprio dal giudice sportivo. Insomma, l’Avellino pagò 2000 euro di ammenda e fu penalizzata sia sul supporto sugli spalti, sia per il mancato introito derivante dall’apertura del settore.
Due pesi, due misure da parte del giudice sportivo che grazie i tifosi del Benevento.